AUMENTI STIPENDIALI DEL PERSONALE DELLA SCUOLA. IL MINISTRO ANNUNCIA: FRA FINE NOVEMBRE E INIZI DICEMBRE. DI COSA E DI QUANTO SI TRATTA.

Sia il Ministro dell’Istruzione e del Merito che il  Ministro per la PA annunciano quotidianamente che i dipendenti pubblici troveranno gli incrementi stipendiali nel cedolino di dicembre 2023. 

Per la scuola l’aumento dovrebbe essere di circa  100 euro in media  lordi mensili ossia in media 60/70  euro netti mensili.

Si tratta di aumenti dovuti al rinnovo contrattuale?

In realtà non è così: sono aumenti dovuti alla applicazione, prevista per legge,  dell’indennità di vacanza contrattuale proprio in conseguenza del fatto che il contratto non è stato rinnovato. 

Il Ministro della Funzione Pubblico – Zangrillo – ha precisato che, il D.L. con cui  sono state approvate  in Consiglio dei Ministri il 16/10/2023 “misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” , pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 244, prevede all’articolo 3 lì  “nticipo rinnovo contratti pubblici”.  In altre parole, l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale. 

Tale D.L. 145/2023 prevede in particolare che, nelle more della definizione del quadro finanziario complessivo relativo ai rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024, per il personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato dipendente dalle amministrazioni statali, in via eccezionale, l’emolumento di cui all’articolo 1, comma 609, secondo periodo, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (l’indennità di vacanza contrattuale), nel mese di dicembre 2023 è incrementato, a valere sul 2024, di un importo pari a 6,7 volte il relativo valore annuale attualmente erogato, salvi eventuali successivi conguagli.

Restano esclusi dalla misura i dipendenti non di ruolo (personale supplente della scuola in particolare). Al riguardo, al momento, non vi è nulla di chiaro. 

Si tratta, quindi, di un “anticipo” di 2 miliardi per l’anno 2023 rispetto al 2024 per portare nelle buste paga entro dicembre una somma che prende come riferimento l’indennità di vacanza contrattuale, moltiplicandone il relativo importo annuale per un coefficiente pari a 6,7, che dovrebbe quantificarsi intorno a una media di 900 euro, da trasferire distintamente dalla tredicesima mensilità

Durante l’incontro con le cosiddette OO.SS. rappresentative sono stati affrontati i temi prioritari su cui si è concentrato il lavoro del ministro per la Pa e della Funzione pubblica, con un anticipo sulle misure in cantiere: dai rinnovi contrattuali, ai nuovi inserimenti nelle amministrazioni; dalle rinnovate procedure di reclutamento all’impegno per potenziare l’attrattività del lavoro pubblico soprattutto nei confronti delle giovani generazioni; dalla formazione per accrescere le competenze, ai sistemi di valutazione della performance che permettano di valorizzare il merito.

Nella nota della Funzione pubblica,  il Ministro Zangrillo ha precisato che lo stanziamento a regime per il rinnovo dei contratti pubblici sarà di circa 7,3 miliardi di euro, di cui 5 per i comparti delle funzioni centrali e scuola nonché per il comparto sicurezza-difesa, e 2,3 miliardi per la sanità, ai quali si aggiungono 700 milioni per la detassazione degli straordinari e la riduzione delle liste di attesa.

Per quanto riguarda la scuola, si ipotizza che l’aumento dipenderà molto dall’anzianità,  dall’inquadramento (personale docente o ATA), dall’ordine e grado di scuola a dal profilo professionale per gli ATA. 

Sui giornali si legge che per un docente delle scuole secondarie di secondo grado con circa 9 anni di anzianità si avrebbe un arretrato di circa 900  euro, mentre per l’ultima fascia dovrebbe corrispondere a circa 1300 euro. Nulla è chiaro perché nella scuola, un conto è l’anzianità di servizio, un conto sono le fasce: molto dipende, a parità di anzianità di servizio, da quanti anni sono stati svolti di ruolo e quanti a tempo determinato.

Per un docente delle scuole secondarie di primo grada l’aumento, a secondo della anzianità, oscillerebbe dagli 800 ai 1100 euro; per la scuola infanzia e primaria dai 700 ai 1000 euro. Arretrati meno consistenti per il personale ATA, che andrebbero dai 400 ai 600 euro per i collaboratori scolastici,  da 500 a 700 per gli assistenti amministrativi e tecnici, da 700 a 1000 per i DSGA. 

In sostanza, per i docenti inseriti nelle prime fasce, l’arretrato potrebbe corrispondere a quello dei lavoratori non laureati di altri settori pubblici. Per la scuola dell’infanzia e primaria, come per gli ATA, potrebbe essere anche inferiore. Tanto per ricordare che la scuola italiana resta la cenerentola, non solo in confronto con gli altri paesi europei, ma anche in confronto con gli altri settori del pubblico impiego.  

Ricordiamo, però, che si tratta solo di ipotesi e comunque di importi al lordo.

Inoltre, anche volendo prestare fede a quanto annunciato dal Ministro Valditara riguardo a un aumento contrattuale di 170 euro lordi mensili in media previsti in legge di bilancio, decurtando questi anticipi e decurtando contributi e Irpef, in media e forse  nel 2024 (quando non si sa…) si potrà avere un aumento netto, medio, di circa 70/80 euro.  

Come può essere ritenuto equo prevedere un aumento di 400 euro lordi per i dirigenti scolastici e di 170 euro (a regime forse) medio per il personale della scuola ?

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