Le regole del caos.
Iniziamo con un’analisi della piattaforma, utilizzata per la prima volta tre anni fa, nell’estate del 2021.
Non condividiamo la critica tout court a questa modalità di gestione degli incarichi annuali, ma il Ministero avrebbe potuto, almeno a partire dal secondo anno, far apportare al sistema tutte le modifiche necessarie per rendere agevole e veloce la compilazione.
Quanto alle “convocazioni” in presenza presso gli uffici scolastici provinciali, pur nelle notevoli differenze di gestione tra le varie province, ricordiamo a chi non ha avuto il privilegio di partecipare, le grandi difficoltà di quel tipo di “organizzazione”, e lo facciamo con una semplice lista:
- locali raramente idonei ad accogliere tante persone nei mesi estivi
- temperature che contribuivano ad agitare gli animi
- attese interminabili anche in piedi (giornate intere)
- difficoltà nella gestione del personale iscritto per più classi di concorso e/o vari ordini di scuola
- gestione degli spezzoni e dei completamenti,
- frazionamento delle cattedre: prima che l’Ordinanza ministeriale di aggiornamento delle GPS nel 2022 escludesse questa possibilità, gli uffici provinciali avevano comportamenti diversi al riguardo
- possibilità di accettare nomine da altre classi di concorso, rispetto alla prima individuazione ricevuta, qualora si fosse in turno di nomina: disposizioni e organizzazione che variavano da ATP ad ATP, di anno in anno, e persino di giorno in giorno, anche a seconda della capacità dei sindacalisti presenti alle convocazioni di rappresentare i problemi (sempre gli stessi, eppure raramente risolti a monte) e proporre soluzioni.
Tornando alla piattaforma, e utilizzando un linguaggio da non addetti ai lavori, sarebbe sufficiente predisporre tutte le funzioni necessarie a consentire una compilazione spedita e non ripetitiva. Non siamo computer, non si può pensare che si debbano compilare singole schermate procedendo un rigo alla volta. Un rigo alla volta procede l’algoritmo, non le persone.Naturalmente i problemi principali riguardano coloro che hanno più classi di concorso e risiedono in province da medie a grandi.
Le classi di concorso, inoltre, raddoppiano perché per ogni ordine o grado di scuola c’è la possibilità di chiedere il relativo posto sostegno anche senza titolo da graduatorie incrociate.
Premessa:
PREFERENZA = scuola, comune, distretto, provincia. Il numero TOTALE di preferenze esprimibili è 150.
Facciamo degli esempi concreti:
Esempio base sulle due principali opzioni di compilazione:
- priorità classe di concorso (si esprimono tutte le preferenze prima per la classe di concorso di maggior interesse e successivamente per le altre in ordine di priorità)
- priorità territoriale (dalla sede più vicina/comoda a quella più lontana/scomoda)
AAAA + EEEE + ADEE
150 preferenze : 3 (classi di concorso) = 50 preferenze territoriali esprimibili per ogni cdc
50 preferenze : 2 (prima annuale e al 30/06 posto intero e, successivamente e separatamente, ovvero in coda, gli spezzoni) = 25 preferenze per cdc
Naturalmente è possibile anche discriminare tra annuale, al termine delle attività didattiche e spezzone, ma in questo modo si riducono ulteriormente il numero di preferenze esprimibili per ogni cdc
Opzioni possibili:
- tutte le sedi per una cdc e poi si passa ad altra cdc
- ogni sede per tutte le cdc e poi si passa alla sede successiva
- altrettante opzioni sono possibili per posto intero o spezzone: prima tutti i posti interi e in coda gli spezzoni, oppure posti interi e spezzoni intervallati in caso si ritenga più importante la vicinanza e/o la classe di concorso rispetto al posto intero.
Esempio: preferisco lavorare su uno spezzone in un distretto subcomunale di Roma, per me comodo, piuttosto che lavorare su posto intero in un distretto difficile da raggiungere.
Oppure: preferisco lo spezzone su Napoli città, che il posto intero ai confini della provincia.
Sono considerazioni personali che riguardano anche la disponibilità di mezzi pubblici, l’intensità del traffico in aree molto popolose, ecc.
- Altra considerazione importante: dare la precedenza al sostegno rispetto alla vicinanza in quanto il servizio su sostegno si traduce in 12 punti per tutte le classi di concorso dello stesso grado di istruzione e in 6 punti per gli altri gradi (mentre non è vero il contrario); oppure dare la preferenza alla specifica classe di concorso per avere poi accesso ai concorsi “straordinari” o ad altri percorsi (passati, presenti o futuri) il cui accesso richiede l’anno di servizio specifico.
Le considerazioni e le possibili combinazioni sono infinite e personalizzate ed è proprio questo il motivo per cui la piattaforma dovrebbe essere più “raffinata”.
Ad oggi, se procedo per classe di concorso e decido di inserire più preferenze della stessa tipologia in sequenza, posso procedere spuntandole tutte insieme e non procedendo per singolo rigo di inserimento.
Esempio: Isernia (una provincia con 14 scuole situate in 7 comuni, plessi esclusi)
A022
Isernia
Colli al Volturno
Venafro ecc.
Oppure:
A022
Distretto 3
Distretto 2
Distretto 1
Tutte selezionabili con un solo inserimento
Se, invece, intendo procedere variando la classe di concorso a parità di preferenza, il sistema non mi fornisce idonea funzione, per cui devo:
A022
Isernia
A012
Isernia
A011
Isernia
A022
Venafro
A012 Venafro
A011 Venafro
E così via
Dovrei, invece, poter procedere sia partendo dalle classi di concorso, prima scelta del menu a tendina, che dalle preferenze territoriali, seconda scelta del menu a tendina.
A destra di ogni rigo della domanda, compare una matita che consente di modificare alcuni dati, ossia le spunte relative: durata del contratto, cattedre orario esterne, completamento spezzoni ecc.
Non consente, però, di modificare la preferenza territoriale o la classe di concorso: per far ciò è necessario eliminare il rigo e reinserirlo nella giusta posizione.
Inoltre, è possibile apportare modifiche soltanto al singolo rigo e non combinare modifiche e più preferenze espresse.
Non è possibile selezionare più righe e spostarle contemporaneamente, come non è possibile selezionare e copiare una o più righe per ripetere una sequenza di preferenze, modificando singole voci al suo interno.
Infine, i nomi e i codici delle scuole (selezionabili nel menu a tendina) non sempre coincidono con quelle filtrate sul sito “scuola in chiaro”, né coincidono con nomi e codici espressi nella domanda di aggiornamento delle GPS.
Neanche i distretti sono perfettamente allineati con quelli elencati nei bollettini scaricabili dal sito dedicato alla mobilità.
Tra l’altro, individuare le singole pagine dedicate dal ministero alle varie istanze, magari aggiornate all’anno in corso, è una caccia al tesoro, condotta su Google o sui vari siti che si occupano della scuola.
Insomma, nell’era dell’intelligenza artificiale, un algoritmo può fare di tutto; le combinazioni possono essere, se non infinite, in numero adeguato. Il problema è che ai tecnici va detto e spiegato cosa si deve poter fare. È evidente che chi comunica con i tecnici, non ha mai compilato queste istanze, o non è ha compilate a sufficienza e, soprattutto, non è interessato a indagare e chiedere ai diretti interessati.
Per chi non lavora nella scuola tutto questo è incomprensibile, come incomprensibili sono i disagi di chi deve compilare tutte queste istanze e orientarsi in regole del gioco che cambiano di anno in anno per poter lavorare 10 mesi l’anno, quando va bene. Si tratta di lavoratori “dipendenti pubblici” atipici, che cambiano sede di lavoro annualmente: ogni anno devono relazionarsi con dirigenti scolastici diversi, colleghi diversi, alunni e famiglie diverse, equilibri diversi nelle varie “comunità educanti” e poi ricominciare ancora e ancora. Nel frattempo, acquisire titoli, specializzarsi, abilitarsi, fare concorsi le cui graduatorie poi scadono. Queste sono le peripezie di coloro che sono chiamati a “formare” i nostri figli. Sarebbe il caso di rendergli la vita più agevole.
Concludiamo con alcune considerazioni sulle incongruenze di quanto previsto dall’avviso annuale di apertura dell’istanza.
Ci riferiamo a ciò che viene considerato “rinuncia” alle “sedi non espresse”: gli aspiranti compilano la domanda completamente “al buio”.
Nella finestra di apertura delle funzioni, i posti disponibili quest’anno non sono stati pubblicati (negli anni precedenti sono stati pubblicati parzialmente e con scadenze diverse o in prossimità della chiusura delle istanze).
Questo implica che è impossibile prevedere le scelte che renderebbero gli aspiranti rinunciatari e gli stessi sono obbligati ad esprimere in sostanza tutte le preferenze e tutte le combinazioni possibili.
Sappiamo che questo può sembrare un falso problema in quanto molti posti si rendono disponibili già ad anno scolastico iniziato, per cui la scelta di esprimere tutte le preferenze resta la migliore; tuttavia, non è comprensibile il motivo per cui non è possibile individuare a monte quanto meno la maggior parte dei posti disponibili in organico di fatto.
Stessa situazione, per la mobilità annuale. Sebbene le contrattazioni integrative regionali prevedano espressamente la pubblicazione sui siti degli ATP del quadro complessivo ed analitico delle disponibilità iniziali, ed il suo costante aggiornamento, l’organico di fatto in molte province non è pubblicato.
Quest’anno, infine, si procede a compilare l’istanza anche senza conoscere la propria posizione all’interno delle graduatorie che gli ATP non hanno fatto in tempo a pubblicare in quanto le domande di aggiornamento di sono chiuse il 24 giugno. Interessante sapere il motivo di tale scadenza: annunciato già dal mese di marzo come imminente, l’aggiornamento avrebbe dovuto avvenire del mese di aprile o, al limite, entro il mese di maggio e invece si è arrivati alla finestra 20 maggio – 10 giugno con proroga al 24 giugno. Un periodo frenetico per chi insegna. Le motivazioni del grave ritardo della “finestra” sono state date in maniera confusa e variegata e accolte spesso positivamente dalle organizzazioni sindacali rappresentative.
Della proroga al 24 giugno, invece, sappiamo che è stata richiesta e concessa dalla Conferenza Italiana dei Rettori, allo scopo di “tutelare” gli iscritti ai percorsi abilitanti da 30 CFU, avviati con un ritardo vergognoso nel caos più totale di grave carenza di informazioni e finestre di iscrizione brevissime.
Tra gravi ritardi e notizie discordanti e continuamente smentite, il Ministero avrebbe dovuto aprire le istanze nel mese di aprile, in modo che il problema dell’iscrizione con riserva o a pieno titolo degli abilitanti/abilitati, non si sarebbe proprio posto. I percorsi si sarebbero avviati con calma nei mesi estivi o a settembre in tempo per la mobilità professionale del prossimo anno e l’iscrizione negli elenchi aggiuntivi alla prima fascia nel 2025.
Ma. C’è un ma.
Di fronte al costo esorbitante di questi percorsi, pur interamente online, il Ministero e i Rettori hanno voluto garantire a chi ha sostenuto la spesa, almeno il monte premi di un punteggio che può arrivare fino a 36 punti.
Questa “merce di scambio” rimescolerà molte posizioni nelle graduatorie di prossima pubblicazione, cosa che era ed è nota a tutti gli attori di questa squallida vicenda, le cui vittime sono sempre i precari della scuola, sistematicamente “spremuti” dall’amministrazione scolastica.
Conosciamo bene le oggettive difficoltà delle operazioni di reclutamento annuali ma è innegabile che, vista l’ampia platea di aspiranti, le tante procedure che si susseguono (quando non si accavallano), i disagi di chi per lavorare è costretto a fare domanda in altre province o a esprimere sedi molto distanti dalla propria residenza, seppure nella stessa provincia, l’amministrazione scolastica debba organizzarsi per tempo e in modo adeguato, risolvendo i problemi dell’organico degli uffici scolastici e delle segreterie scolastiche e pubblicando un calendario delle operazioni “estive”.