NOTA MINISTERO SALUTE E ISTRUZIONE SULLE MISURE DI PREVENZIONE A SEGUITO PUBBLICAZIONE DEL D.L. 7 GENNAIO 2022, n. 11

Sabato 8 gennaio 2022 – a meno di 48 ore dalla riapertura delle scuole — i Ministeri della Salute e dell’Istruzione emanano una nota con cui forniscono (ritengono di fornire) alcune precisazione in ordine all’applicazione dell’art.4 del D.L.  7 gennaio 2022.

In realtà la nota, nel ripetere solo pedissequamente quanto disposto nel testo normativo, scarica tutte le responsabilità sui dirigenti scolastici, lasciando docenti personale ATA e studenti in balia di quanto succede e succederà nelle scuole. 

Nessuna traccia di quelle misure che da due anni si chiedono: diminuzione del numero degli alunni per classe, interventi sui trasporti, installazione nelle aule di apparecchiature per il ricambio dell’aria. 

Esempio più eclatante e imbarazzante, la raccomandazione di consumare pasti solo se si può garantire la distanza interpersonale di 2 metri, che non esiste nelle nostre aule. Mense a parte, anche la ricreazione è un pasto per cui, a rigor di logica, non si dovrebbe fare ricreazione. Ci chiediamo se i Ministeri stanno dando indicazioni per la scuola italiana reale o per qualcosa che esiste soltanto nella loro falsa rappresentazione delle realtà.

Prosecuzione della didattica in presenza per assicurare la sicurezza sanitaria e la salute mentale degli alunni: questa la finalità!

Non si chiarisce a chi rivolgersi in caso di accertamento di positività o di contatto con positivo nella scuola. 

Le AASSLL sono al collasso (gli studenti sono 8 milioni) e laddove non lo sono ancora l’affluenza è ridotta ad una percentuale inferiore al 50%. Lo screening è obbligatorio o non lo è?

Inoltre, almeno secondo il parere del commissario Figliuolo, come si legge nella nota in calce, la gratuità sarebbe solo per le scuole secondarie. 

Sistema di tracciamento: chi lo fa? chi lo controlla?

A quanto pare la situazione oggi è peggiore della primavera 2020, vista l’ostinazione di un governo che antepone interessi di parte di varia natura alla tutela della salute. 

La DAD, avviata lo scorso anno tra mille difficoltà, ha consentito di concludere l’anno scolastico. Con tutti i limiti che possiamo imputarle, è stata un’esperienza che ha prodotto delle ricadute positive nell’ammodernamento di infrastrutture per le quali il Paese era terribilmente indietro e nello sviluppo di competenze informatiche di personale, alunni e anche famiglie. Un’esperienza maturata a colpi di circolari, investimenti, sperimentazioni orarie e anche didattiche, con un impegno straordinario di tempo ed energie. Ha lasciato comunque un patrimonio materiale e immateriale al quale poter attingere in caso di necessità e per brevi periodi, come sarebbe il caso dopo l’esplosione di contagi di queste festività.

Oltre   questo, non è stato fatto assolutamente nulla per cui invitiamo il Ministro Bianchi a smettere di pontificare dal bunker di Viale Trastevere e a prendere contezza della realtà, anziché disconoscerla e, peggio ancora, mistificarla. 

Sostenere che se gli studenti non vengono a scuola, comunque sono in giro e sono soggetti a contagio in quanto tutte le altre attività restano aperte, è pura demagogia dato che al rientro in classe quanto accade fuori potrebbe avere un effetto moltiplicatore visto che le vere misure necessarie al contenimento non sono state mai prese. 

Un prolungamento della chiusura con attivazione della DAD fino a fine gennaio, accompagnato dalle misure economiche a favore di quei genitori hanno figli minori in DAD ci pare l’unica scelta razionale se si vuole tenere conto della realtà della situazione e non della sua immaginifica rappresentazione. 

La scuola ha già dato, con l’obbligo vaccinale per personale che lavora a contatto con un utenza che tale obbligo non ha, la terza dose abbondantemente somministrata, l’uso di mascherine FFP2 a proprie spese ormai da un anno, mentre durante il periodo natalizio l’Italia piombava nel caos festaiolo per garantire consumi e sopravvivenza economica in assenza di controlli nelle piazze. 

Ricordiamo che la percentuale dei vaccinati tra gli studenti è ancora bassa, specialmente nella fascia di età inferiore ai 12 anni. 

Infine, è sconcertante che quando si tratta di prendere decisioni sulla scuola, gli addetti ai lavori non sono mai considerati, le loro osservazioni e il loro parere non ha alcun valore per questa amministrazione e per questo governo. Tutti hanno voce in capitolo, esperti, pseudo esperti, politici, opinionisti di varia estrazione, tranne che gli addetti ai lavori. 

A dire il vero questa volta i virologi la pensano come i Dirigenti Scolastici e alcuni governatori e molti sindaci. 

Il Ministro dovrebbe ascoltare e fare pressione sul governo affinché le istanze del settore di sua competenza siano ascoltate e non limitarsi a subire le pressioni altrui. 

Alleghiamo la nota ministeriale, limitandoci a riportare soltanto alcuni punti paradossali di difficile comprensione e impossibile applicazione.

Del consumo dei pasti abbiamo già parlato in precedenza.

Distinzione tra contatto stretto e contatto stretto ad alto rischio

Autosorveglianza: i requisiti per poter frequentare in presenza devono essere dimostrati dall’alunno interessato e, soltanto in questi casi, la scuola ha diritto a conoscere lo stato vaccinale dell’alunno. Il periodo di autosorveglianza termina al giorno 5. È previsto test antigenico rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora asintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto con soggetti confermati positivi. (Circolare Ministero della Salute 0060136 del 30/12/2021)

Le mascherine FFP2 sono obbligatorie per almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso. In assenza di altre serie misure, come mai non è stata disposta l’obbligatorietà delle mascherine FFP2 tout court come per tutti gli altri ambienti chiusi della Repubblica ? Sarebbe stato troppo costoso fornirle come accade per altri uffici pubblici ? Laddove c’è un “assembramento” di 20-28 alunni, questa misura non è prevista.

Per la scuola secondaria le disposizioni sono davvero inspiegabili e le riportiamo integralmente:

In presenza di due casi positivi nella classe, le misure previste sono differenziate in funzione dello stato vaccinale:

A) per gli alunni che non abbiano concluso il ciclo vaccinale primario o che lo abbiano concluso da più di centoventi giorni, che siano guariti da più di centoventi giorni e ai quali non sia stata somministrata la dose di richiamo si prevede:

  • attività didattica: è sospesa l’attività in presenza, si applica la didattica digitale integrata per la durata di dieci giorni;
  • misura sanitaria: quarantena della durata di 10 giorni con test di uscita – tampone molecolare o antigenico – con risultato negativo.

B) per gli alunni che abbiano concluso il ciclo vaccinale primario, o che siano guariti, da meno di centoventi giorni e per coloro ai quali sia stata successivamente somministrata la dose di richiamo, si prevede:

  • attività didattica: in presenza con l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 per almeno 10 giorni; si raccomanda di non consumare pasti a scuola a meno che non possa essere mantenuta una distanza interpersonale di almeno due metri;
  • misura sanitaria: Auto-sorveglianza.

Per quanto riguarda il personale: se ha svolto attività in presenza nella classe del caso positivo per almeno 4 ore, anche non continuative, nelle 48 ore precedenti l’insorgenza del caso, si applica la misura sanitaria dell’Auto-sorveglianza. Ma bisogna attendere che il caso sospetto abbia l’esito del tampone e poi ricostruire la durata del contatto nelle 48 ore antecedenti l’insorgenza e non il tampone.

In ogni caso, si ritiene opportuno raccomandare per il personale posto in Auto sorveglianza di effettuare comunque i test diagnostici T0 e T5.

Misure per il tracciamento della popolazione scolastica. La nuova normativa, all’art. 5, favorisce l’attività di tracciamento dei contagi COVID-19 e prevede che fino al 28 febbraio 2022  la popolazione scolastica delle scuole secondarie di primo e secondo grado in regime di Auto – sorveglianza, possa effettuare gratuitamente i test antigenici rapidi (T5) sia presso le farmacie sia presso le strutture sanitarie autorizzate, a seguito della prescrizione medica di competenza del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta. Per la popolazione scolastica della scuola primaria i tamponi T0 e T5 continuano ad essere effettuati presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale.

I Dipartimenti di prevenzione provvedono sulle disposizioni di carattere sanitario, incluse le misure di quarantena, isolamento e le tempistiche per il rientro a scuola degli alunni e del personale e garantiscono il supporto continuo alle istituzioni scolastiche mediante figure istituzionali, che intervengono in qualità di referenti a supporto del dirigente scolastico/referente scolastico Covid-19.  A dir poco criptico. 

Immaginate la gestione di queste disposizioni moltiplicata per decine di classi e centinaia di alunni più il personale docente e ATA in ogni singola scuola.

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