IL NUOVO MINISTRO DELL’ISTRUZIONE E …DEL “MERITO”:  GIUSEPPE VALDITARA

Ancora un lombardo alla guida del Ministero dell’istruzione. Il Nuovo Ministro ha 61 anni, è docente ordinario di diritto romano all’università di Torino e da alcuni anni svolge attività di consigliere di Matteo Salvini. Nelle ultime elezioni politiche, pur candidato non è stato eletto, per cui viene ripescato come Ministro. In viale Trastevere il professore lombardo ci è già passato nel 2018, con l’insediamento del primo governo Conte, come capo dipartimento per la Formazione superiore e la ricerca nel dicastero guidato dal leghista Marco Bussetti (e questo ci preoccupa e non poco).

La cosa che desta maggiore perplessità, tuttavia, almeno al momento, è la nuova denominazione che la neo Presidente del Consiglio Giorgia Meloni  ha voluto dare al dicastero dell’istruzione la cui denominazione richiedeva, a suo parere, di esplicitare il concetto di merito. 

Ma dove vuole andare a parare Presidente ? Esordio infelice ma in perfetta armonia con lo stile cui ci ha abituato il Presidente. 

Dei chiarimenti in merito alla modifica della denominazione, sarebbero stati graditi oltre che opportuni, anzi necessari. Una denominazione non è uno slogan. In assenza di spiegazioni, proviamo a fare delle ipotesi. 

Se il Presidente intende sottolineare che l’accesso alla professione docente debba basarsi sul merito, si vuole forse intendere che tutti coloro che hanno consentito al sistema di funzionare con anni di servizio precario, formazione pagata a proprie spese anche a seguito delle repentine e continue modifiche del sistema di reclutamento, non hanno titolo o diritto all’assunzione ?

Si riferisce il presidente anche all’accesso ai vari profili ATA, per i quali non si è mai voluto riformare il sistema di reclutamento con una formazione ad hoc magari seguita da un percorso selettivo ?

Oppure questa indicazione vale anche per l’accesso alla Dirigenza scolastica e alla valutazione del lavoro che essa svolge e che dovrebbe essere posto sotto scrutinio prima e più del resto del personale ?

In tal caso si potrebbe anche pensare che l’intero sistema di istruzione abbia finora funzionato male, rilasciando diplomi, lauree, abilitazioni, specializzazioni e crediti di ogni genere inadeguati. 

In aggiunta, o in alternativa, ipotizziamo che il “merito” inserito nella denominazione si riferisca all’ennesimo sistema premiale che, unico in tutta la Pubblica Amministrazione (per far funzionare la macchina amministrativa, non serve premiare il merito, l’importante è timbrare il cartellino), dovrebbe finalmente far dimenticare tutti i maldestri tentativi iniziati nel lontano 2011 con il governo Monti.  All’epoca, servirono soltanto a giustificare il blocco decennale degli stipendi. 

In caso, tuttavia, Lei intendesse premiare i “meriti” del personale scolastico (docente ed ata) per essere miracolosamente riuscito, nonostante le disastrose riforme e in assenza totale di una vera visione degli obiettivi del sistema educativo, a restare al passo con i cambiamenti della società, ad aggiornare le proprie “competenze”, a farsi carico di tanti problemi che non sarebbero di propria esclusiva competenza nell’assenza di una vera comunità educante intorno alla scuola, allora potremmo anche considerare l’opportunità di esplicitare un concetto che dovrebbe essere sempre sottinteso.

Se Lei intendesse supportare tutte le componenti del sistema scuola, iniziando dall’ascolto di ciò che il personale scolastico ritiene sia necessario cambiare per migliorare il sistema, oltre la consueta spesa per la tecnologia che in Italia pare sia la panacea per tutti i mali, allora potremmo sopportare questa assurda trovata. 

Qualora fosse l’annuncio di una rinnovata attenzione all’istruzione dei nostri ragazzi, all’innalzamento dei livelli e al riconoscimento dell’impegno dei ragazzi e del personale, allora potremmo sopportarlo. 

Ma il tutto deve passare per il miglioramento degli ambienti di apprendimento fisici (assolutamente inadeguati e di concezione antica), una modifica ai tempi del fare scuola (altrettanto inadeguati e antiquati), una effettiva e non più rinviabile valorizzazione e economica del lavoro del personale, ad oggi avvenuta soltanto per la Dirigenza scolastica.

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