Nota trasmessa dal Segretario Generale della FLP – Marco Carlomagno – a Mario Draghi
Nei giorni scorsi la FLP ha sollecitato l’adozione di misure che, al fine di contrastare l’innalzarsi della curva del contagio, ripristinassero in questa fase emergenziale forme di lavoro agile più diffuse e generalizzate di quanto non avviene oggi per effetto delle disposizioni contenute nel DM 8 ottobre 2021 del Ministro per la PA, che prevedono la prevalenza del lavoro in presenza nelle Pubbliche amministrazioni anche per tutte quelle attività che possono essere svolte a distanza, senza alcun pregiudizio per l’efficacia dell’azioneamministrativa.
Una richiesta che, nonostante sia stata fatta propria da gran parte del mondo scientifico e da molte forze politiche e sociali, a tutt’oggi è stata respinta dal Ministro Brunetta, che ha insistito sulla strada da luiintrapresa di sostanziale ridimensionamento del lavoro agile, che già non giustificata a regime, appare assolutamente inaccettabile in un momento in cui è necessario agire con misure che limitino gli assembramenti, l’uso massivo dei mezzi pubblici, l’affollamento degli Uffici con un’utenza, a cui lo ricordiamo, non è richiesto alcun obbligo vaccinale e tantomeno il possesso del green pass.
Apprendiamo che sarebbe intenzione del Governo adottare nelle prossime ore nuove misure cheprevedono l’obbligo del green pass rafforzato per tutti i dipendenti pubblici, escludendo quindi la possibilità, oggi prevista, dell’uso dei tamponi per l’ottenimento del green pass necessario per l’accesso ai luoghi di lavoro.
Tale previsione, che si configura di fatto come un obbligo vaccinale solo per alcune categorie di lavoratori e cittadini, non appare in grado di per sé di diminuire la circolazione del virus, atteso che la nuova forte ondata di contagi sta avvenendo nonostante più dell’80 per cento della popolazione sia vaccinata, quanto,probabilmente, a diminuirne gli effetti gravi e il collasso dei nostri Ospedali.
Resta però impregiudicata la criticità sottesa in questa scelta che non prevedendo tale obbligo per tutta l’utenza che quotidianamente si presenta negli Uffici pubblici, non risolve il problema della circolazione del virus e tantomeno la possibilità che questo possa diffondersi con ancora maggiore virulenza nei prossimi giorni. Fattispecie che invece può essere contrastata dall’implementazione del lavoro agile, senza i vincolie i limiti frapposti dalla Funzione Pubblica, rispondenti più ad una logica ideologica e di scarsa considerazione del lavoro pubblico – che, purtroppo, ritorna in questo Paese dopo una parentesi che credevamo ormai superata – che a logiche di efficienza e di produttività.
Ecco perché ribadiamo la richiesta che il prossimo Consiglio dei Ministri, nell’ambito delle azioni che vorrà adottare, si muova nella direzione da noi auspicata in merito all’implementazione del lavoro agile nelle PA, decidendo su una questione che per la sua rilevanza è collegiale, non può essere lasciata a dichiarazioni di stampa di un singolo Ministro, ad asettiche note stampa del Dipartimento della Funzione Pubblica, o alledecisioni di ogni singola Amministrazione.
Per quanto concerne poi l’adozione del green pass rafforzato per tutti i dipendenti pubblici segnaliamo la necessità che vengano superate le attuali disposizioni contenute nel parere del Dipartimento della Funzione Pubblica dell’8 giugno 2021 (riguardanti tutti i settori ad eccezione di quelli su cui vige almomento l’obbligo vaccinale) le quali non solo non prevedono alcuna copertura per il personale che in orario di lavoro si sottopone al vaccino, obbligandolo ad utilizzare propri permessi personali o ferie, ma addirittura prevedono in caso di malattia che potrebbe insorgere a causa degli effetti collaterali, la decurtazione, nel comparto delle Funzioni Centrali (Ministeri, Agenzie fiscali, Enti Pubblici non economici),anche di una parte consistente dello stipendio denominata indennità di amministrazione. Parere reso a tutte le Amministrazioni che rende anche non applicabili le diverse disposizioni assunte a livello di contrattazione nazionale di comparto.
Questo vale non solo ovviamente per chi si sottopone per la prima volta al ciclo vaccinale, ma per tutti i dipendenti che debbono sottoporsi al completamento del ciclo, o alla cosiddetta dose booster, a causadella riduzione della validità del green pass a sei mesi.
Non è accettabile che quello che ora surrettiziamente diventa un vero e proprio obbligo vaccinale per lavorare non venga poi tutelato in tutte le sue fasi.
Per tale motivo chiediamo che nel provvedimento che il Governo andrà ad adottare, venga prevista esplicitamente tale fattispecie, per evitare che il lavoro pubblico, che svolge una funzione così decisiva peril funzionamento del nostro Paese, resti ancora ingiustificatamente penalizzato.
Ci auguriamo che queste richieste, che indirizziamo a tutti i Ministri per l’importanza che rivestono,vengano adeguatamente valutate in sede collegiale e portino a quelle soluzioni necessarie per affrontare inmodo più efficace ed equo la difficile situazione che viviamo.